Tifosi: dovete collaborare al tifo!
23 - 02 - 2009
Tifare, da anni ormai, non è più la stessa cosa, e anno dopo anno diventa sempre più complicato. Con la scusa di combattere la violenza negli stadi (puntualmente pompata dai media, o inventata come i danni al treno dei napoletani in viaggio per Roma), negli anni sono state emesse tante leggi-speciali, molte delle quali palesemente anticostituzionali. Parlare di violenza negli stadi serve a distrarre l'opinione pubblica; a farsi pubblicità inventando un problema per poi dimostrarsi bravi a risolverlo; e a cambiare tipologia di spettatori negli stadi, dirottandoli verso le pay tv.
Dopo la morte di Raciti (ancora non si è capito chi, e cosa, lo ha ucciso), sono stati proibiti tutti gli strumenti per tifare: bandieroni, coreografie, tamburi, ma soprattutto megafoni e striscioni. Così facendo è venuta meno la libertà d'espressione nelle Curve. Spegnendo megafoni e impianti audio, così come impedendo la vendita dei biglietti a blocchi, si è cercato di disgregare le tifoserie. Il tutto parlando di modelli esteri da imitare, in particolare quello inglese (ma anche quello tedesco), dove però bandiere e striscioni non sono affatto vietati (semplicemente sono meno utilizzati).
In futuro dovrebbe arrivare anche la "Tessera del tifoso", l'ennesima porcata. Parlano della fidelizzazione del tifoso, ma l'obiettivo vero sembra essere un altro: escludere un certa categoria di tifosi dagli stadi, gli ultras. Non tanto i diffidati (che già vanno a firmare), ma migliaia di ex diffidati (negli ultimi 5 anni). Dimenticando che la diffida NON E' UNA CONDANNA, ma un atto preventivo che (prima di qualsiasi processo) limita la libertà personale. Ovvero: un'ingiustizia, perché colpisce chi è ancora da considerarsi innocente; e soprattutto perché (il più delle volte) viene scontata da chi, al termine del processo, è poi dichiarato innocente. Vedremo come andranno le cose...
Nel frattempo noi ultras cerchiamo d'andare avanti come si può. Cerchiamo di resistere. Guardando in casa nostra, dove siamo una componente minoritaria della Curva, le cose sono ancora più difficili. Cerchiamo di colorare la Nord senza chiedere autorizzazioni a nessuno. Non chiediamo permessi perché la libertà d'espressione è già garantita dalla Costituzione, e non necessità di nessun'altra autorizzazione (né della polizia, né della Società); perché dovremmo rinnegare i nostri diffidati, e noi non rinneghiamo i nostri fratelli; perché gli iter previsti e le specifiche (soprattutto riguardo alle dimensioni) per bandiere e striscioni sono inaccettabili.
Tra discussioni, liti e minacce di diffida, sono tornate a sventolare alcune nostre bandiere. Le nostre battaglie significano più libertà per tutti, anche per chi certe norme non le ha mai contrastate, o addirittura le ha giustificate e applaudite.
Nella nostra Curva è netta la divisione fra chi tifa (gli ultras e i tifosi) e chi (pur tenendo per il Parma) segue la partita passivamente. Guardate le foto della Nord e toglieteci le nostre bandiere, guardate le misere sciarpate che facciamo in casa, chi e dove si tirano su le sciarpe. Non tutti, è ovvio, sono interessati al tifo come noi, non pretendiamo da tutti 90 minuti di bolgia, ma le basi, l'abc del tifoso sì: sostenere la squadra (anche nelle difficoltà), portare la sciarpa, alzarla con gli altri tifosi della Nord, magari sventolare una bandiera per qualche minuto. In alcune zone della Curva queste sono utopie, anzi, si rischia di litigare a volte...
Noi cerchiamo di coinvolgere tutti, appena possiamo. Non possiamo usare il megafono e ci sgoliamo per far partire i cori, alcuni ragazzi si mettono sulle ringhiere, distribuiamo bandiere, e chi ne vuole una da usare la può chiedere senza problemi, ma nemmeno queste cose bastano.
Col Brescia, con la Curva ancora vuota, abbiamo distribuito una sessantina di bandiere, di quelle gialloblu, semplici, non troppo grosse, sventolabili da tutti e che fanno molto colore. Le abbiamo appoggiate sui seggiolini per distribuirle al meglio, erano pronte per essere sventolate all'ingresso delle squadre: una piccola, semplice, coreografia. Bé in molti non hanno fatto neanche questo piccolo sforzo, e almeno metà delle bandiere sono rimaste a terra. Cavolo ragazzi, erano bandiere con i colori di Parma, la nostra e la vostra città, coi colori del Parma, la nostra e la vostra squadra! Non ci si rimane bene quando gli sforzi cadono ripetutamente nel vuoto. Ma noi continueremo sulla nostra strada, con l'obiettivo di avere una Curva più bella e colorata! Ripeteremo la cosa, magari con altri metodi, ma le nostre bandiere continueranno a sventolare.
In trasferta tutto è più facile. C'è collaborazione, c'è voglia di tifare, a Piacenza, per esempio, abbiamo fatto un muro di sciarpe, cosa che in casa non viene quasi mai! Questo perché fuori dal Tardini c'è unità, pochi o tanti, siamo tutti li per tifare e lo facciamo al meglio. Per migliorare le cose in Nord, un settore enorme e dispersivo, la soluzione è sempre quella di sacrificare il proprio posto abituale per avvicinarsi al centro, dove partono i cori, di collaborare, di coinvolgere chi vi sta vicino. Il potenziale c'è e non va sprecato.
CARICA CURVA NORD!