Cosa coordinate?
26 - 05 - 2009
Sono tante le occasioni in cui le organizzazioni dei tifosi dovrebbero far sentire la propria voce. Ma quando c'è da lottare per i diritti dei tifosi, o da denunciare le vessazioni di Stato e autorità, in generale: tacciono e si dileguano. In più di un'occasione abbiamo ripreso il Centro di Coordinamento locale, ritenendolo poco attivo al seguito della squadra, disattento alle esigenze e alle problematiche dei tifosi, e troppo legato alla politica.
Nello Mandi, un dirigente del Centro di Coordinamento dei Parma Clubs, ha trovato spazio sulla Gazzetta di Parma di domenica 24 maggio, ma ha pensato di usarlo per denunciare gli ultras di Parma, accusandoli di viltà. Ovvero: d'aver aggredito un tifoso vicentino, nei pressi della Curva Ospiti. "[...] stavo facendo strada a due autobus e ad una vettura di supporters veneti. Mancava una mezz'oretta all'inizio della partita ed eravamo nei pressi della Curva Ospiti, quando siamo stati fermati da alcuni vigili urbani, per i consueti controlli. E' stato un attimo e siamo stati circondati da alcuni delinquenti travestiti da tifosi del Parma. [...]"
Travestiti da tifosi? Il costume da tifoso crediamo sia effettivamente utilizzato, ma da taluni politici, e da chi cerca di trarre vantaggi personali sfruttando quella che dovrebbe essere una vocazione, una missione e una vera passione. I BOYS vivono gialloblù.
Che un dirigente del Centro di Coordinamento di Parma faccia strada per la nostra città ad una tifoseria rivale (e gemellata con i reggiani) è per lo meno curioso. Ma forse gli "strani" siamo noi, visto che la nostra amicizia non è così superficiale da poter essere offerta a tutti. La vicenda di cui parla Mendi, però, non è avvenuta nei pressi della Curva Ospiti, ma in piazzale Risorgimento. Ovvero, a pochi passi dai cancelli della Nord (che è la Curva di casa, la nostra, e non quella degli ospiti).
In tantissime occasioni abbiamo denunciato l'operato di chi dovrebbe gestire l'ordine pubblico, per cui tifoserie avversarie vengono fatte appositamente transitare e sostare in aree storicamente occupate dai tifosi del Parma. Un comportamento tradizionalmente inteso come provocazione, che viene specificatamente evitato in tutti gli stadi d'Italia (sic!), ma che qui a Parma viene spesso irresponsabilmente riproposto, come per Parma-Inter della scorsa stagione (tanto per fare un esempio chiaro a tutti). Un modo di agire che, nel corso degli anni, ha insinuato in noi il dubbio si tratti di una vera e propria strategia della tensione, volta a giustificare provvedimenti repressivi. Però, che a guidare davanti al Tardini delle tifoserie avversarie fossero proprio quelli del Coordinamento dei Parma Clubs, questo non ce lo saremmo mai aspettato. Che sia solo disattenzione e superficialità? Abbiamo qualche dubbio.
Di fronte al Tardini, comunque, non c'è stata nessuna aggressione e nessun atto di viltà. Premesso che stiamo parlando di fatti di lievissima entità (è successo molto di più tra i giocatori di Torino e Genoa, e nessuno s'è particolarmente scandalizzato), chi s'è affrontato (da una parte e dall'altra) non era un pacifista ad oltranza, né un osservante del porgere l'altra guancia. Chi s'è chiamato in disparte, perché non ultras, non è stato toccato né è stato cercato da alcuno. Eppure Nello Mendi, dirigente del Centro di Coordinamento, parla di "un episodio che fa male a Parma" e di macchia per la città. Molto curioso. Da un rappresentate dei tifosi del Parma ci saremmo aspettati, magari, una condanna per le manganellate ricevute dai tifosi del Parma a Cittadella (mentre cercavano di andare ad abbracciare i giocatori in campo); o quando dei nostri ragazzi sono stati diffidati ingiustamente. Ma queste violenze, forse, non disturbano e non indignano il Coordinamento, piuttosto restio a muovere critiche ai potenti. Non è che siamo noi BOYS a disturbarlo? Forse sì, visto che negli ultimi tempi non gli abbiamo risparmiato critiche. E continueremo a disturbarlo, per il bene del Parma e dei suoi tifosi.