Gestire l'ordine pubblico al Tardini (lettera)
11 - 06 - 2009
Lettera a www.boysparma1977.it
Gestire l'ordine pubblico al Tardini
Ho letto sulla Gazzetta di Parma del 10 giugno a pagina 57 le richieste del Questore di Parma Dott. Gallo per mettere in sicurezza lo stadio Tardini. Le richieste come scrive il Quotidiano locale sono molte e disparate, come potare le piante di via Puccini, allargare le scale delle tribune,
spostare gli ingressi delle curve, spostare le biglietterie, aumentare l'illuminazione, mettere transenne davanti alla curva nord ecc., con un costo per i lavori intorno ai 400mila euro. Da assiduo frequentatore dello stadio e abbonato da 20 anni in curva nord, mi permetto tramite questo scritto di inviare un suggerimento al Dott. Gallo. Il mio suggerimento consiste nel far si che l'ordine pubblico a Parma durante le partite della squadra locale venga gestito da personale competente e che non si ripetano più gli errori commessi negli ultimi anni da chi l'ordine doveva cercare almeno di mantenerlo. Per esempio evitare che i cortei dei tifosi ospiti vengano fatti liberamente transitare sotto la curva nord specialmente dopo un derby caldo e sentito come Parma-Modena, che non succeda più che una cinquantina di Moscoviti sia libera di girare per la città massacrando di botte due ragazzi parmigiani (la vivacità dei russi era nota a tutti anche prima tranne a
che li doveva sorvegliare), che non succeda più che orde di romanisti siano liberi di accoltellare dei ragazzi di Parma, che non succeda più che 4000 interisti vengano lasciati entrare liberamente in città ma non allo stadio scatenando la loro ira poi sulla gente di Parma e su un asilo. Dott. Gallo la invito a seguire qualche trasferta del Parma insieme ai tifosi, così vedrà come funziona un perfetto servizio d'ordine, e non diamo la colpa allo stadio in centro, ci sono realtà messe come o forse peggio di noi, vedi per esempio Siena, ma li il servizio d'ordine è gestito alla perfezione, arrivi scortato ti portano nel settore ospiti e alla fine ti riportano via, come succede in
tutte le altre parti d'Italia, invece di potare le piante impariamo da chi il lavoro lo sa fare meglio.
Michele