Tardini: le scuse degli speculatori (lettera)
01 - 12 - 2009
Lettera a www.boysparma1977.it
Tardini: le scuse degli speculatori (lettera)
Ciao ragazzi,
vi chiedo perdono se rubo un po' del vostro tempo, ma non posso esimermi dal tacere su quanto letto ultimamente sugli organi d'informazione cittadini, i quali mi provocano un'ulcera perenne.
Era già da qualche giorno che non si sentivano nuove dichiarazioni riguardanti il nostro amato Stadio, tanto che stavo quasi per preoccuparmi che le istituzioni si fossero dimenticate di questo "gravissimo" problema, che affligge la nostra città ma, soprattutto, tormenta i sogni beati di istituzioni, privati e rappresentanti del quartiere Cittadella.
Come dicevo, ci risiamo, si ritorna ad accendere i riflettori sull'annosa questione, stavolta per bocca di Fecci e della Commissione Sanità, servizi sociali, sicurezza e commercio del quartiere Cittadella, come ripreso dalla Gazzetta cartacea e online e dalle pagine virtuali di La Repubblica, sezione Parma.
Già il titolo fa quantomeno sorridere: "Spostarlo e in attesa wc pubblici". Wc pubblici? Eh sì, secondo Fecci in occasione delle partite le strade limitrofe si trasformano in cloache, vespasiani, discariche, orinatoi a cielo aperto. Come a dire: chi si reca allo Stadio sono le persone che hanno dimenticato qualsiasi norma di decenza e buona creanza. Raccolgo il sottile messaggio e gentilmente lo ringrazio. Sinceramente, non mi sono mai accorta di cotanto scempio, ma sarà sicuramente come dice lui: certi bisogni solo alla domenica pomeriggio.
Ironia a parte, quella dei bagni pubblici è una questione assolutamente marginale, essendo nient'altro che un ulteriore pretesto per punzecchiare e, neanche troppo velatamente, offendere quegli oltre diecimila tifosi e centinaia di ultras che hanno come sola colpa quella di amare il Tempio, dove si onora la nostra Maglia. Il vero ed unico nocciolo della questione è sempre il solito: spostare il Tardini in periferia, magari con "capitali privati". Chissà quali capitali ha in mente, il signor Fecci, sarei curiosa di conoscerli, visto che è così informato. Sono gli stessi capitali rimasti liberi dopo la (a quanto pare) mai compiuta metropolitana di Parma? Così, giusto per sapere, giusto per dare un nome a questi anonimi "privati" benefattori.
Curiosamente, il problema dello spostamento è appena stato affrontato per il PalaRaschi, che si voleva far migrare a Baganzola (eh sì, voglion fare tutto lì, Baganzola caput mundi). Ecco la risposta in merito da parte dell'assessore Giorgio Aiello (link): "La zona Fiere era decisamente scomoda, impraticabile, penalizzante e lontana dalla città, e la struttura non avrebbe soddisfatto né le esigenze dello sport né quelle dello spettacolo". Mi domando per quale ragione tale principio sembra non valere per il nostro amatissimo Tardini: non sarebbe altrettanto impraticabile, penalizzante e lontano trasferirlo in periferia, magari proprio nella zona Fiere che tanto vanno ventilando certe istituzioni e certi "privati"? Nello stesso articolo, non mi stupisce leggere dell'entusiasmo dell'assessore allo Sport Ghiretti riguardo alla delocalizzazione del PalaRaschi, visto che si era espresso allo stesso modo per il Tardini. Non c'è che dire, un vero amante di ciò che ha fatto la storia dello sport cittadino!
Sono oramai mesi, anni che si dibatte attorno alla questione Stadio e si devono ripetere sempre le solite cose. Mi sembra di rivedere per la centesima volta lo stesso teatrino, con gli stessi pessimi attori a ribadire una commedia che non fa ridere nessuno. L'oggetto del contendere è un grosso appezzamento di terreno, un'area edificabile che vale tanto oro quanto pesa. Da una parte, il Comune che non ha i mezzi per abbattere il Tardini e trasferirlo, dall'altra dei "privati" che non vedono l'ora di investire (uso un verbo eufemistico). In mezzo sta il Comitato Cittadella che, fra tutti, è quello che più suscita le mie perplessità.
Probabilmente sono io che vivo in un altro pianeta, ma mi chiedo se non si stiano prendendo troppo sul serio. Prima di tutto, c'è da ribadire il fatto, così lapalissiano da sfiorare l'ovvio, che il Tardini esiste da molto prima di chi ha preso casa nel quartiere Cittadella: quindi, hanno acquistato un immobile sapendo della vicinanza ad un simile impianto. E se ne lamentano ora che gli anni delle tifoserie immense sono inesorabilmente passati?
Va bene, supponiamo che il calcio sia un grave problema. Ma si sta comunque parlando di due domeniche al mese, ovvero, a essere generosi, dieci ore di disagio mensile da settembre a maggio, soste varie escluse. Cosa dovrebbero dire i residenti in zona Stazione o in zona Barilla Center, tanto per citare due edifici che comportano un transito altissimo di persone, ben più di un semplice match sportivo? Delocalizziamo tutto, magari pure il Duomo visto il recente incendio al campanile?
Per una volta, per me che sono così tarda, vorrei che Fecci o chi per esso mi spiegassero in cosa consiste il loro disagio. E' dovuto alle zone a divieto di transito? Non sono certo colpa del Tardini o dei tifosi, che non hanno alcuna voce in capitolo in merito alle limitazioni del traffico, bensì le debbono subire in prima persona. Sono gli "episodi di violenza"? L'ultimo risale a quell'infausto Parma-Inter di un anno e mezzo fa: non siamo stati certo noi a vietare la trasferta agli interisti, caro Fecci, e a non saper far fronte alle migliaia di supporter presentatisi al casello dell'autostrada. E' colpa del Tardini pure questo evento? O forse, è colpa di chi ha il dovere di proteggere la cittadinanza e, invece, dimostra non solo di non aver saputo rispondere ad un'emergenza più che annunciata, ma anche di non voler render conto del proprio operato?
Visto che Parma ambisce a diventare Capitale Europea dello Sport, mi chiedo come questo si possa conciliare con la volontà di certe istituzioni e privati di abbattere il suo Stadio, gioiello dell'architettura, considerato uno degli impianti sportivi migliori in Italia per la perfetta visibilità e posizione invidiabile. E' una totale incoerenza, che ha come unica spiegazione plausibile degli interessi, che hanno ben poco a che fare con sport e sicurezza ma molto con denaro, investimenti, magari speculazioni.
Questa situazione lascia in me, e credo in tutti gli ultras e i tifosi, tanta amarezza. Questo Stadio è a tutti gli effetti un monumento, ovvero un edificio che serve a ricordare e a farci ricordare. Chi non lo rispetta, di fatto prostituisce la Storia della città e questo non possiamo permetterlo. Giù le mani dal Tempio!
Eleonora