8 febbraio 1999-2009: Mau sempre con noi!
25 - 02 - 2009
Il comunicato che segue, della Curva Nord Maurizio Alberti di Pisa, è stato diffuso in data 08 febbraio 2009.
8/02/1999 - 8/02/2009: Mau sempre con noi!
Sono passati già 10 anni da quel maledetto giorno a Spezia, eppure sembra ieri. Tante cose sono successe da allora, eppure, pensando a Maurizio, ci sembra un giorno fa che andavamo insieme in trasferta in tutti gli stadi italiani. Abbiamo fatto tante iniziative in questi 10 anni per rendergli giustizia, invano purtroppo, tante cose per ricordarlo e per incidere il suo nome nella storia del Pisa. La Curva Nord porta il suo nome, progetti di collaborazione e solidarietà in tutto il mondo sono a lui intitolati, e poi striscioni, coreografie, ed il torneo Mau Ovunque che quest'anno giungerà alla decima edizione: tutto questo è certo un modo per ricordare e provare a riempire un vuoto incolmabile, ma ci è servito anche per sentire un po' meno la sua mancanza. Cosa impossibile certo, ma parlare di lui e dedicargli tutto quello che gli abbiamo dedicato è stata una maniera per sentirlo ancora presente fra di noi ed è servito a noi tutti per andare avanti, pensando e costruendo insieme dei progetti importanti, degni di portare il suo nome. Per anni abbiamo atteso invano verità e giustizia, tutta Italia conosce ormai la sua vicenda come dimostrano i numerosi striscioni esibiti a Pisa, e non solo, da varie tifoserie avversarie. Tutti chiedevano che si facesse luce sull'accaduto (chi era a Spezia accanto a lui sa benissimo come si sono svolti i "soccorsi"). Tutti ci hanno espresso solidarietà. Tutti tranne la Magistratura, che ha pensato bene, nonostante anni di lotte, di non aprire nemmeno il processo e di archiviare il caso di Maurizio come se niente fosse accaduto. Abbiamo chiesto giustizia e verità, e abbiamo cercato di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della sicurezza legata ai soccorsi negli stadi. Lo abbiamo urlato a squarciagola che negli stadi italiani e in particolare nelle curve i soccorsi sono inadeguati, privi di dottori e di strumenti idonei. Ma niente. Nessuno dei "potenti" ci ha voluto ascoltare. Negli ultimi anni abbiamo addirittura assistito alla trasformazione degli stadi in lager con tornelli, telecamere e gabbionate: tutti soldi buttati via nel falso nome della sicurezza. Mentre siamo stati noi a dotare l'Arena -forse l'unico stadio italiano- di defibrillatori poiché ne era sprovvisto. Un mucchio di soldi buttati in decreti, forze dell'ordine, steward, quando di ambulanze equipaggiate e con dottori a bordo nemmeno l'ombra. A Spezia sarebbe bastato un dottore che si rendesse conto della gravità del malore di Maurizio per salvargli la vita.
Oramai gli stadi sono stati spogliati di tutto il loro colore, il posto degli striscioni lo hanno preso gli innumerevoli divieti e la repressione fa da padrone.
Purtroppo, Maurizio, l'Arena non è più la stessa Arena che tu conoscevi, e il calcio di oggi non è più il "nostro" calcio, il calcio di quando, insieme a te, con il tuo tamburo, lo striscione e i megafoni ce ne andavamo liberamente in tutta Italia. Il calcio di quando si potevano ancora esprimere liberamente le proprie opinioni con gli striscioni e ingegnarci in coreografie strabilianti, il calcio dei derby infuocati... Quanti derby abbiamo vissuto insieme a te, quanti sabato notte trascorsi in bianco a ultimare le coreografie e gli striscioni col magone e l'ansia nello stomaco per la partita del giorno seguente, in cui avremmo trovato di fronte gli "acerrimi nemici". Anche questo, caro Mau, ci hanno tolto. Oggi il derby è solo una partita per gli abbonati, e a noi, che abbonati lo siamo, quel giorno, simbolo della morte del calcio, avremmo voglia di strapparlo l'abbonamento.
Curva Nord Maurizio Alberti