Passione ultras
02 - 03 - 2009
L'articolo che segue, del 24 febbraio 2009, è stato tratto dal sito "Sampdoria News" a firma Diego Anelli.
Fischi per chi contesta, applausi per i veri ultras
A prescindere da quanto avvenuto in campo, domenica è stata una giornata da ricordare anche a livello di tifoserie; nel mio piccolo mi ritengo un fiero paladino del mondo ultras, essendo, da quando ero piccolo, un abbonato frequentatore della sud e un assiduo trasfertaiolo. Mi capita spesso di sentirmi orgoglioso della nostra tifoseria e domenica è stata una di queste occasioni: i leader della gradinata, i ragazzi che si sbattono sotto ogni punto di vista, sempre ovunque e comunque per i nostri colori, hanno spronato a voce e con diverse iniziative grafiche, l'intera tifoseria a mostrare l'ennesimo segnale di maturità e attaccamento alla causa doriana.
Nel corso degli anni, nell'evolversi della nostra storia ci siamo contraddistinti per la missione di diffondere, alle nuove leve e ai sostenitori meno appassionati, la filosofia di non fischiare la squadra nei momenti di difficoltà, perché, così facendo, si fa soltanto il gioco dell'avversario e si viene meno ai compiti di qualunque tifoso che si rispetti. Purtroppo in alcune delle ultime gare casalinghe, Palermo e Siena in primis, una fetta del pubblico si è fatta prendere dal nervosismo, tradottosi in fischi e mugugni contro la squadra, sia durante che al termine delle sfide.
Intendiamoci bene, la nostra è una testata indipendente da qualsiasi influenza societaria o fazioni di qualunque tipo, perciò, quando ce ne è stato bisogno, siamo stati i primi, seguendo il nostro diritto-dovere di informare il nostro pubblico nella maniera più obiettiva, seria e tempestiva possibile, siamo stati i primi ad evidenziare i gravi errori commessi dalla società in sede di mercato estivo, lo scarso rendimento di numerosi giocatori cardine, senza dimenticare però un fatto: la fortuna, che va però anche cercata, si è accanita nei nostri confronti soprattutto in termini di infortuni. La scorsa annata, come successo nelle precedenti annate a compagini di medio livello come Lazio, Udinese e Chievo, protagoniste di una stagione deludente dopo un inatteso exploit stagionale, ha portato la società e una fetta del pubblico ad aspettarsi i medesimi risultati, se non superiori, ma non tutte le ciambelle escono col buco...
Adesso gli esami e i processi non servono a nulla, sono deleteri e basta; a fine stagione ognuno farà valere le proprie ragioni, il bene della Sampdoria deve restare la priorità assoluta, noi dobbiamo fare i tifosi allo stadio, lasciamo che le altre componenti facciano il loro dovere. Probabilmente buona parte dei mugugni coincidono con chi ha snobbato gli anni bui, nei quali non si era raggiunta quota 9.000 abbonati; se oggi siamo sopra i 20.000, diverse persone hanno pensato bene di salire sul carro dei vincitori, passando magari dall'era di Mancini all'avvento di Cassano, senza avere la "fortuna" di ammirare squadre come Fermana, Crotone, Savoia, Pistoiese, Cittadella, con tutto il rispetto nei confronti di realtà locali capaci di entrare con pieno merito nel calcio che conta, di farci diventare piccoli piccoli. Quando ci si trova con un piede e mezzo in C1 e i libri prossimi alla presentazione in tribunale, si capisce davvero di aver quasi raschiato il fondo del barile.
Le raccomandazioni dei principali club hanno fatto riportare qualche sostenitore distratto alla realtà, intendiamoci bene, si ha il diritto di contestare quando le cose non vanno come dovrebbero, ci mancherebbe pure, ma esistono maniere e tempistiche più adatte. Una volta chiuso con profitto il mercato invernale, ogni polemica rischia di diventare soltanto controproducente, soprattutto quando si tocca con mano lo spirito critico di una squadra, talvolta paragonabile ad un pugile prossimo al k.o. tecnico non appena l'avversario abbozzi un attacco.
La domenica si è rivelata il trionfo della mentalità ultras; come se non bastasse la presa di posizione della gradinata sud nei confronti dei contestatori, è giusto rimarcare l'ennesima iniziativa benefica della tifoseria doriana, stavolta tramite una raccolta di generi alimentari e medicinali a favore della popolazione palestinese, mentre, sull'altro fronte, i supporter bergamaschi, sebbene consapevoli di non poter accedere nel settore ospiti a causa del divieto imposto dalle autorità, si sono comunque presentati in oltre 100 unità per sostenere la Dea dall'esterno dello stadio.
Troppo spesso chi ha il potere di decidere, o d'informare si dimentica, finge di dimenticarsi, o oscura volutamente tutto il bene che il mondo ultras offre in uno sport sempre più prigioniero del business, doppi giochi, conflitti d'interesse. Le limitazioni alle trasferte, il caro biglietti, i prezzi stracciati offerti dalle pay-tv, le sempre più complicate procedure per l'acquisto dei biglietti, le autorizzazioni via fax per l'ingresso degli striscioni nelle curve, la mano dura contro gli strumenti del tifo, come tamburi e megafoni, e nel frattempo qualcuno vuole far credere che si voglia riportare la gente allo stadio... Sono accaduti fatti di grave violenza negli ultimi anni, è vero, diversi innocenti hanno pagato con la vita l'inaudita follia di alcuni delinquenti, ma finchè si punirà la grande fetta della sana tifoseria, garantendo invece la libertà a chi davvero si meriterebbe il carcere (ad esempio chi ha reso alcuni stadi come il raduno preferito di vigliacchi accoltellatori ai danni degli ospiti, peggio degli animali che segnano il proprio territorio), si farà soltanto il gioco di chi spinge verso la chiusura delle curve.