Ultras Napoli: ci hanno mandati al macello - Il Messaggero
03 - 09 - 2008
L'articolo che segue, dal titolo "Gli ultras azzurri: siamo stati mandati al macello. Trenitalia: i posti sui treni erano sufficienti" è stato tratto da "Il Messaggero".
Gli ultras azzurri: siamo stati mandati al macello.
Trenitalia: i posti sui treni erano sufficienti
NAPOLI (1° settembre) - E' polemica tra il tifo organizzato del Napoli e Trenitalia sull'organizzazione della trasferta a Roma. I gruppi del tifo azzurro ricordano l'appello comune rivolto ai tifosi a «partire in treno tutti insieme», con i volantini distribuiti giovedì scorso al San Paolo in occasione della partita con il Vllaznia. «Era una misura di sicurezza e di dissuasione - dicono gli Ultras azzurri - andare in auto sarebbe stato più pericoloso». «Venerdì - aggiunge un esponente del tifo della Curva B - avevamo chiesto un incontro con Trenitalia proprio per organizzare al meglio la trasferta. Ma Trenitalia non ci ha voluto a bordo, non ha voluto organizzare un treno speciale ed ha risposto con un invito ad utilizzare altri mezzi». Attacca il presidente dell'Associazione Club Napoli, Ciro Marchitelli: «Non potevano pretendere di mettere circa 3.000 mila tifosi su un treno già occupato da altri viaggiatori, ci voleva un treno speciale. Quasi tutti i tifosi avevano pagato il biglietto del treno ed il biglietto dello stadio, costato ben 28 euro: tenerli fermi per farli arrivare allo stadio solo nel secondo tempo ha contribuito ad accendere gli animi.Per il presidente dell'Associazione italiana club Napoli Saverio Passaretti, si tratta di una «trappola organizzata. I violenti vanno condannati, ma bisogna dire che i tifosi sono stati mandati al macello: è mancato qualcosa nell'organizzazione. Non si possono gestire in questo modo quattromila tifosi, peraltro identificati uno per uno al momento dell'acquisto dei biglietti».
La replica di Trenitalia. La replica di Trenitalia è affidata all'ufficio stampa, che ricorda l'invito rivolto ai tifosi attraverso i mass-media a non scegliere il treno per viaggiare, vista la giornata di sovraffollamento annunciato. «Sul treno Intercity 520 diretto a Torino - afferma Trenitalia - sono state aggiunte quattro carrozze. Alla stazione di Napoli a bordo c'erano già 300 passeggeri, per i tifosi i posti disponibili erano 900. Quanto ai treni speciali, già dal 2007 non se ne organizzano più, e questo è risaputo». I posti a disposizione dei supporters del Napoli in trasferta a Roma, secondo Trenitalia, erano quindi «ampiamente sufficienti». Il dato è contestato dal tifo organizzato che, in serata, ha chiesto un confronto con i dirigenti della società del gruppo Fs ed ha annunciato iniziative legali. Trenitalia, dal canto suo, aggiunge che dei 1.600 biglietti Napoli-Roma venduti ieri mattina oltre la metà non era utilizzabile per Intercity Plus, e addirittura diverse centinaia erano stati acquistati con la "tariffa ridotta per ragazzi" sotto i 12 anni. «Volevamo prendere il treno per evitare incidenti». «Abbiamo fatto di tutto per scongiurare incidenti e lo abbiamo dimostrato con il volantinaggio dei giorni scorsi. Lo confermano gli incontri e le mediazioni avute con i dirigenti della Questura di Napoli. Le immagini di noi alla stazione Termini non sono altro che il nostro arrivo e la corsa per salire sui pullman che ci avrebbero portato allo stadio Olimpico. Nessuna guerriglia». Così gli "ultras" del Napoli, a poco più di 24 ore dalla gara contro i giallorossi, raccontano la loro versione dei fatti di ieri. La settimana dei supporter azzurri in vista della trasferta contro i romani, dicono, era cominciata presto e con i migliori propositi. «A Roma andavamo non per guerreggiare - dicono alcuni ultras - ma per seguire il nostro Napoli, come ultras "in marcia per una fede". Ci è stata data un'occasione troppo importante e non volevamo sprecarla, anzi volevamo dimostrare che possiamo seguire la squadra ovunque, senza limitazioni». Per evitare che accadessero incidenti, la sera di Napoli-Vllaznia, preliminare di Coppa Uefa, dentro e fuori la curva A, erano stati distribuiti volantini nei quali si invitava quanti volessero recarsi a Roma a farlo in treno e non con mezzi propri «per evitare qualsiasi contatto con le altre tifoserie». «Venerdì - spiegano alcuni portavoce degli ultras - in virtù dei buoni dati della prevendita dei tagliandi per il settore ospiti dell'Olimpico, quattro leader di alcuni gruppi organizzati si recarono alla stazione ferroviaria per chiedere un incontro con Trenitalia, ma non c'è stato niente da fare. A quel punto abbiamo comprato 400 biglietti per i convogli delle 8,28, 9,28 e 10,28. Il passaggio successivo ha portato i rappresentanti della tifoseria organizzata in Questura, dove è stata esposta l'esigenza di volersi recare tutti insieme nella capitale in maniera pacifica». Negli uffici di via Medina, stando alla ricostruzione, «i quattro - sostengono gli ultras - hanno ricevuto i complimenti per il positivo lavoro che stavano svolgendo e la promessa di massima collaborazione affinché non si verificassero incidenti. Sabato pomeriggio, dalle 13 alle 17, Trenitalia ci ha concesso la possibilità di acquistare biglietti intercity con orario libero. Successivamente ci è stato detto che era arrivata una circolare che bloccava questi i tagliandi».«Ieri di buon'ora - continuano - alcuni dirigenti della polizia, mentre noi collaboravamo per l'ordine pubblico, ci hanno consigliato di usufruire del convoglio delle 8.28 in quanto c'erano circa 400 posti liberi». Invito non accolto perché il gruppo di 1.500 tifosi intendeva viaggiare tutto insieme. Nel frattempo dalle macchinette della Stazione uscivano tagliandi per l'intercity delle 9.28, ancora fermo in stazione. Verso le 10.30, vista la situazione di caos che si era creata, gli ultras sostengono di «essersi detti disponibili ad accettare un'altra soluzione, con circa 300 persone che sarebbero partite successivamente. La confusione è nata quando Trenitalia ha iniziato il controllo preventivo dei biglietti sul treno. Non saremmo mai partiti e quindi mai arrivati in tempo per la partita. C'è stato un colloquio con il questore Puglisi che, sentite le nostre ragioni, ci ha dato l'ok. A Roma avevamo fretta di entrare allo stadio, ma ad alcuni di noi non sono stati neanche controllati i biglietti. Da qui le immagini di noi che correvamo. Gli ultras non volevano la guerra».