Firenze: prezzi stracciati e orari sbagliati
27 - 01 - 2010
L'articolo che segue, del 15 gennaio 2010, è stato tratto dal sito internet de La Nazione e fa riferimento alla partita di Coppa Italia Fiorentina-ChievoVerona del 14 gennaio.
Prezzi stracciati e orari sbagliati. La protesta della Fiesole
Striscione polemico della Fiesole: "Il calcio non ci dà da mangiare. Iniziate pure... La Fiesole è a lavorare"
Firenze, 15 gennaio 2010 - Prezzi stracciati, orari sbagliati. Il calcio-spezzatino piace il giusto, soprattutto alle quattro di pomeriggio di giovedì per una partita di Coppa Italia. La curva viola l'ha scritto con lo spray su uno striscione lungo qualche decina di metri: «Il calcio non ci dà da mangiare, iniziate pure... La Fiesole è a lavorare». Più chiaro di così. Diecimila (circa) gli spettatori, calcolo fatto abbondantemente a occhio: una cifra favorita dai miniprezzi (da tre a un euro): chissà in che modo si sarebbe presentato il Franchi se il costo del biglietto fosse stato in linea con il campionato.
Tutto questo in una stagione che ha fatto obiettivamente registrare un calo sensibile delle presenze, per colpa della crisi certo, ma anche per un inizio di disaffezione che forse è stato sottovalutato. Lo «sciopero» della Fiesole, o almeno della piccola parte rappresentata dai tifosi, è durato mezz'ora: solo dopo trenta minuti - la Fiorentina era sotto di un gol e stava attaccando - sono cominciati i canti di sostegno e tutto lo stadio si è adeguato. Sarà forse un caso, ma dopo quattro minuti la Fiorentina ha pareggiato con Mutu.
In futuro il calcio-spezzatino diventerà una consuetudine perché le società hanno deciso di vendere ancora meglio il prodotto alle tv: come succede in Inghilterra alcuni diritti sono stati acquistati dalle televisioni asiatiche, che per motivi di fuso orario preferiscono i match giocati all'ora di pranzo in Europa... Non è questo l'unico motivo per cui il calcio, sempre più blindato e distante dai tifosi, sta perdendo appeal e disinnescando passioni, almeno nel senso in cui erano concepite in passato. E non è con i prezzi stracciati e gli orari sbagliati che si può sperare di riconquistare la vicinanza della gente. Che nei bilanci delle società conta il giusto, almeno sotto forma di incassi da stadio: i soldi delle tv, sempre loro, condizioneranno il calcio del futuro. Speriamo che sia meglio di quello attuale...