Padova-Torino: trasferta e repressione
02 - 03 - 2010
L'articolo che segue è stato trovato sul sito "Toro News" e fa riferimento a Padova-Torino del 27 febbraio 2010 (sabato).
Padova-Torino, essere tifosi (e ultras) e la repressione
Questo comunicato viene fatto per una semplice spiegazione di quello che è stata la 'trasferta' di Padova, del livello repressivo che lo Stato Italiano continua ad avere nei confronti di tifosi e ultras. Come diceva uno striscione nel passato, "LEGGI SPECIALI, OGGI AGLI ULTRAS, DOMANI ALLA CITTA' ".
Iniziamo a raccontarvi di venerdì pomeriggio, 2 ragazzi e 2 ragazze vanno alle 19 a comperare il biglietto per la partita Padova - Torino. Come spesso capita l'incompetenza di chi vende i biglietti regna sovrana, (si può andare a comprare un biglietto in una salumeria? o in una copisteria?) altre volte è capitato di dover tornare 3 volte nello stesso posto per un biglietto (come se gli ultras e i tifosi non lavorassero in settimana...), i biglietti non sono prima in vendita li, poi risultano non disponibili.
Ci vediamo alle 9 e mezza e i 4 decidono di partire lo stesso, comprare un biglietto di un altro settore e poi imbucarsi nel nostro settore, cercando di spiegare a steward e funzionari il da farsi. Ma a Padova alle 14.30 nessuno ha intenzione di farli entrare nel settore ospiti. Inizia una trattativa, ma non va a buon
fine. Decidiamo di movimentare un pò la situazione, cercando di creare un piccolo disagio, con l'unico semplice fine di far entrare con noi i ragazzi, pagando anche i 27 euro chiesti. Ci spostiamo in direzione della tribuna, veniamo bloccati a 400-500 metri da Di.gos e Celere in Assetto Anti-sommossa, ribadiamo che non ci interessa arrivare agli ultras padovani, ma solo che questi 4 ragazzi entrino. Un funzionario tratta con noi, prima sui soldi (da 27 euro a 10) poi sui minuti ("Nel secondo tempo entrano tutti e 4, se ora voi entrate"). Al gioco al ribasso non ci stiamo e giriamo la nostra carovana di 40 persone verso l'uscita del settore, o tutti o nessuno, specialmente quando si parla di disorganizzazione, non ci va di lasciare fuori nessuno. Arriva il Questore che dopo che un ragazzo filma la carovana partente perde le staffe, tira giù da uno dei mezzi l'autista con la forza e ripete frasi tipo 'Ora gli diamo una bella spazzolata, così smettono di rompere i coglioni(?)', non si sa perchè la Celere non approfitta del momento, ma veniamo tutti filmati a carta d'identita in mano, noi e altre persone che erano rimaste fuori con noi. Il caro Questore ribadisce che arriveranno a casa Da.spo e fogli di via della città, e di uscire dalla 'sua' provincia (tutt'al più la provincia è di chi la vive, non di chi la serve n.d.r.). Veniamo scortati fino a Vicenza e fino in Lombardia siamo impossibilitati ad entrare negli autogrill (polizia stradale schierata davanti all'ingresso). Torniamo indietro il Toro ha vinto, ha perso lo Stato.