Stadio, laboratorio di repressione e speculazione
02 - 03 - 2010
L'articolo che segue è degli studenti universitari di Aula C, di Bologna, e fa riferimento all'incontro da loro organizzato del 3 marzo 2010.
Stadio, laboratorio di repressione e speculazione
Da anni gli stadi sono uno dei laboratori per eccellenza della repressione. Le varie leggi speciali che i vari governi hanno sfornato, da un lato hanno inasprito fortemente le pene, permettendo ad esempio ai Questori di punire il solo possesso di un fumogeno, un tamburo o di un megafono con la "Diffida" (allontanamento dagli stadi per un periodo variabile da 1 a 5 anni, spesso con obbligo di firma in questura, senza che vi sia stato un regolare processo che accerti la colpevolezza del diffidato), dall'altro hanno creato solo più tensione tra tifoserie e forze dell'ordine, garantendo però spesso a queste ultime l'impunità giudiziaria. Norme quali l'Arresto in flagranza differita o la stessa Diffida sono chiaramente anti-costituzionali, vengono lasciate alla completa discrezionalità dei Questori e sono usate spesso per colpire quella parte del tifo organizzato che DENUNCIA quello che gli stessi ultras chiamano "Calcio Moderno".
Un calcio che si scopre fatto di doping e partite decise a tavolino, truccate quanto i bilanci di società sportive piene di debiti ma salvate dai decreti e dagli aiuti economici dello stato (i nostri soldi!). E mentre queste stesse società si arricchiscono con i lauti introiti provenienti dalle pay-tv, i prezzi dei biglietti negli stadi continuano a salire (soprattutto dei settori popolari come le curve), rendendo proibitivo anche andare a vedere una singola partita.
In parlamento intanto si discute una proposta di legge, come sempre bipartisan, il cui obiettivo è di privatizzare gli impianti sportivi del demanio e destinare nuove aree pubbliche alla creazione di mega centri commerciali in vista degli europei del 2016.
In questo incontro si parlerà di tutto questo, del pericoloso binomio tra business e repressione, e di come, probabilmente, tale binomio non esiste solo allo stadio, ma è forse un qualcosa di ancor più pregnante, di consolidato, insomma un qualcosa che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle di cittadini. All'incontro potremo ascoltare la testimonianza di Paolo, un tifoso del Brescia che, in seguito ad una carica ingiustificata della celere, dopo 9 mesi di coma, non si è più completamente ristabilito. Perché crediamo che la brutalità poliziesca e gli abusi di potere non possano essere archiviati, perché crediamo nella Dignità e nella Giustizia, QUELLE VERE!