Repressione e speculazione. Risultato: stadi vuoti
08 - 10 - 2009
L'articolo che segue, del 04 ottobre 2009, è stato tratto dal sito internet de La Repubblica, all'interno della rubrica Spy Calcio di Fulvio Bianchi.
Olimpico vuoto, che tristezza
De Laurentiis contro Maroni
Roma, Olimpico: splendida domenica di sole, ma stadio mezzo vuoto. Che tristezza il derby del Sud fra Roma e Napoli giocato oggi davanti a pochi spettatori. E poi la signora Rosella Sensi sogna uno stadio nuovo (presentando un plastico che somiglia tanto ad uno stadio già esistente in Spagna, il Mestalla...).
Lasciamo perdere, siamo seri: i tifosi sono svegli. Circa 23.000 sono gli abbonati quest'anno della Roma, un flop: battuta anche dalla Lazio, tremila tessere in meno dello scorso anno e pensare che nel 2002-'03 erano 46.546. La formula (assurda) dell'abbonato che poteva acquistare due biglietti e cederli, con un complesso iter burocratico, solo a due residenti nella Provincia di Roma non ha funzionato per la gara di oggi: era già fallita d'altronde lo scorso anno con la Lazio. Sono stati solo 2.119 i biglietti venduti e così per il derby del Sud, oggi c'erano circa 25.000 persone in tutto. Un brutto spettacolo in uno stadio che ne contiene 72.000 e che ha fatto una figura splendida nella finale di Champions League. Ma in campionato non si può: brutta immagine, visto che l'Italia vorrebbe tanto organizzare gli Europei del 2016.
L'Osservatorio del Viminale, in questi anni, ha fatto un lavoro importante, e va riconosciuto. Non sempre (anzi raramente) ha trovato però le istituzioni calcistiche al suo fianco: restano ancora problemi grossi e si fatica ad uscire dalla fase dell'emergenza. Questa è la realtà. Non c'è un progetto comune, per tutte le città. Per la gara Fulham-Roma di Europa League, ad esempio, i biglietti si trovano on line sul sito del club inglese e li possono acquistare anche i tifosi giallorossi senza alcun problema : da noi, tutto questo, come si vede, è pura utopia. Intanto il ministro-milanista, Bobo Maroni, si arrende. Sta per arrendersi. Hanno vinto i club: niente tessera del tifoso obbligatoria da gennaio per andare in trasferta. Se ne parlerà dalla prossima stagione. "Ho parlato con la Lega, la Figc e le società e possiamo discutere - ha spiegato il ministro - Se tutte le società accetteranno la tessera e si impegneranno a realizzarla possiamo pensare a tempi più adeguati, ma solo a questa condizione e mi pare che stiamo andando in questa direzione".
A fine ottobre ci sarà l'unanimità di tutti i club di A e B (42)? Forse sì, solo per interesse però. Non tutti sono convinti: Udinese, Palermo, Catania, Torino sono, o erano, contrari allo spirito della tessera. A questi si è aggiunto oggi il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis: "Sulla tessera del tifoso c'è confusione-ha detto-Non è stato compreso cosa bisogna fare per mettere in sicurezza gli stadi. C'è una regolamentazione inglese che funziona alla perfezione, ma nessuno la vuole ricalcare, continuano a spezzettare il problema creando una serie di strategie sbagliate che non portano da nessuna parte. Una cosa è certa: bisogna riportare famiglie e bambini negli stadi". Questo ha detto a Stadio Sprint, la trasmissione di successo su Rai Due di Enrico Varriale, che ha fatto un sondaggio con i suoi ascoltatori proprio sulla tessera del tifoso. Ma Maroni ha spiegato anche che adesso con 10 mila steward presenti negli stadi è stato possibile ridurre "da 10.000 a 4.800 le forze dell'ordine impegnate ogni giornata di campionato. Proseguiremo in questa direzione completando l'opera con la tessera tifoso e sono fiducioso che si possa fare in tempi brevi". Su questo consentiteci di avere non pochi dubbi. Secondo gli esponenti radicali, Marco Perduca e Mario Staderini, "la saga della tessera del tifoso comincia a delinearsi nei suo aspetti di tragica comicità. Maroni è proprio il caso di dirlo, è oramai completamente nel pallone".
Oggi i tifosi di Samp e Parma, uniti, hanno espresso il loro dissenso alla tessera. E' vero invece che grazie agli steward di polizia negli stadi se ne vede sempre di meno, e questo è un successo, anche economico. E' giusto che i poliziotti siano impiegati di più sul territorio, anche contro la microcriminalità, come è giusto che anche i club contribuiscano (con gli steward, appunto) alle spese per la sicurezza. Ma ci sono ancora tante cose da sistemare. Gli striscioni, ad esempio. Hanno ragione i tifosi: la normativa è troppo punitiva e burocratica, e non tutte le questure si comportano nella stessa maniera. Ci sono stati anche casi di clamorosa ottusità. Diamo spazio invece all'ironia, alla fantasia, alla protesta purché educata. Per fortuna non si vedono più le svastiche o le croci celtiche, e questo è un grosso successo. Ma a questo punto si dovrebbe rivedere la normativa sugli striscioni. Lo stesso Maroni si era detto disposto a riparlare dell'argomento. Ci vuole un po' di coraggio, forza.