Calcio: aria di divieti

13 - 12 - 2007

Tratto da un articolo di Enza Beltrone dell'8 dicembre 2007

Nel regno del calcio si respira da tempo aria di divieti, non ultimo il provvedimento restrittivo per le trasferte. Forse ascrivibile come misura inutile. Chi non ha visto juventini a Milan-Juve o interisti a Fiorentina-Inter? Eppure il provvedimento era già vigente! La privazione dell'accompagnare la propria squadra negli scontri di campionato è stata percepita dai gruppi di tifoserie organizzati come una mancanza di "rispetto".

Un pensiero legittimo - a rigor di logica - quello dell'utente che si vede privato della possibilità di usufruire del servizio, come conseguenza di accadimenti provocati da pochi ..."forse da altri"!

Ciò che recita la massima "...paga il giusto per il peccatore" avviene oggi nei meccanismi normativi regolanti gli stadi italiani. Si scagliano bottiglie contro i celerini? Togliamo i tappi! Si continua a commettere lo stesso errore? Togliamo le bottiglie e versiamo le bevande nei bicchieri!

È come un cane che si morde la coda e non bada al fatto che sta rincorrendo se stesso. Molti si chiedono fra le scale e gli spalti dell'Olimpico: "non sarebbe molto più semplice far rispettare le norme punendo coloro che infrangono le regole? Non sarebbe forse un corretto e normale atto di democrazia? Pura giustizia nulla di speciale"!

Questo comportamento restrittivo e punitivo della massa ha come riscontro paradossale l'allontanamento spontaneo - per protesta - proprio dei circoli organizzati. Coloro che levano la voce all'ingiustizia, alla privazione del diritto di poter andare in trasferta e si assentano dall'occupare il numero del proprio abbonamento di campionato.