Napoli-Milan: la Tessera del tifoso per lanciare le torce
27 - 03 - 2009
Dopo aver visto di tutto in materia repressiva (dai tornelli ai biglietti nominali, dai divieti dei treni a quelli degli striscioni), l'ultima frontiera della Repressione è la Tessera del tifoso, quella che gli Speculatori interessati pubblicizzano come una delle soluzioni definitive ai problemi del calcio italiano (l'altra - per loro - è quella di costruire tanti impianti polifunzionali, sperperando e intascando tanti danari, come già accadde per Italia '90).
Qualche tifoseria italiana è già stata costretta a dotarsi della Tessera del tifoso. Tra queste figura quella del Milan, quindi, stando alle affermazioni di politici ed industriali del pallone, tale tifoseria non dovrebbe creare alcun tipo di problema a livello di ordine pubblico. Una tesi presto smentita dai fatti. In occasione di Napoli-Milan (del 22 marzo 2009), tifosi milanisti con tanto di Tessera del tifoso hanno lanciato torce contro la Curva A dei napoletani.
Niente di particolarmente grave, per carità, ma dai giornalisti italiani (che per quanto riguarda queste cose ingigantiscono tutto a dismisura) ci saremmo aspettati qualche articolo di denuncia, in cui si evidenziasse che i tifosi del Milan sono già stati costretti a dotarsi della Tessera del tifoso. Niente di tutto questo. Con la loro solita "coerenza" hanno preferito non scrivere cose che potessero disturbare i potenti. Viceversa hanno preferito dare grande spazio alle gomme bucate dell'auto di "Zio Feaster" Galliani. Tanto spazio scritto, ma nessuna immagine che documentasse i danni effettivamente subiti. Chissà perché...
Quanto accaduto a Napoli-Milan dimostra l'inutilità della Tessera del tifoso. I pezzi di carta non cambiano le persone, così come la repressione non modifica la natura umana. La Tessera del tifoso servirà a far intascare qualche euro in più su ogni tifoso. Provate a moltiplicarlo per il numero dei tifosi in giro per lo Stivale, cosa risulta? Un'altra entrata economica per qualcuno, così come lo sono i diritti di prelazione sui biglietti. Paghi di più, per non avere nulla di più.