La Lega Calcio penalizza le tv locali
01 - 09 - 2008
La tv è un mezzo di comunicazione (unidirezionale) di massa e, come ogni mezzo, può essere impiegata bene o male. Generalizzare è sempre sbagliato; nella fattispecie ci sono programmi utili e inutili; politiche televisive accorte e altre dissennate. Invocare un'improbabile regresso tecnologico è ridicolo e anacronistico; sarebbe come voler rinunciare ad internet, al telefono o al motore a scoppio.
La collaborazione tv-calcio non è dannosa di per sé, lo diventa quando i presidenti stravolgono la natura del sistema calcio per massimizzare (nel breve periodo) gli introiti derivanti dalla vendita dei diritti televisivi. L'impoverimento del calcio italiano (causato da anticipi, posticipi, dirette tv, partite in orari e in giorni assurdi) è ormai un dato di fatto. Sopravvive a stento la Serie A (dopo aver accentrato in essa tutte le squadre metropolitane), tutto il resto è in agonia. I problemi sono evidenti ma i presidenti (quindi la Lega Calcio) non sono interessati a risolverli. Sono molto più interessati a prendere quel poco che le tv ancora gli passano. Mentre la nave affonda arraffano quel che riescono, segno evidente del loro scarso amore per questo mondo.
La Lega Calcio (quindi i presidenti) ha deciso di penalizzare severamente le tv locali a favore di quelle a pagamento. Una scelta che nell'immediato gli ha permesso di guadagnare "tre soldi", ma che sul lungo periodo rischia d'essere rovinosa. Molto spesso le emittenti locali promuovono l'amore per la squadra della città, contribuendo a riempire lo stadio. Ogni giorno pubblicizzano le attività del club locale con aggiornamenti e approfondimenti, e gli dedicano trasmissioni ad hoc (in cui spesso trovano spazio anche le opinioni dei tifosi). Ovviamente ci sono servizi più o meno belli, più o meno azzeccati, più o meno intelligenti, più o meno corretti (talvolta non abbiamo lesinato critiche, proteste e attacchi) ma in generale favoriscono il rapporto squadra-città, su cui vivono il 99% delle squadre italiane. Nella nostra realtà (a Parma): ricordiamo addirittura gli appelli (gratuiti) di un'emittente locale per riempire il Tardini, per stare vicini alla squadra, per andare in trasferta a Firenze, per partecipare alle iniziative del Gruppo a sostegno del Parma.
Riducendo drasticamente alle tv locali la possibilità di trasmettere immagini dell'evento sportivo è ragionevole ipotizzare che si orienteranno progressivamente altrove. Vale a dire: daranno più spazio ad altri sport, ad altre squadre, ad altri avvenimenti. Ovviamente non accadrà tutto in un giorno o in un anno, ma gli effetti sul lungo periodo (stando così le cose) saranno sicuramente disastrosi. Se i mezzi d'informazione locale rivolgeranno le loro attenzione altrove si rafforzeranno (in materia di calcio) quelli nazionali, quelli che accentrano le loro attenzioni su 4 o 5 squadre soltanto (quelle di sempre).