Omicidio Sandri. Manganelli si assume la responsabilità?

12 - 11 - 2008

Nell'anniversario dell'omicidio di Gabriele Sandri (l'ultras laziale ucciso l'11 novembre 2007 all'autogrill di Badia al Pino - vicino Arezzo - dall'agente di polizia Luigi Spaccarotella) il capo della Polizia Antonio Manganelli ha pensato bene di indirizzare i media con alcune dichiarazioni ad hoc. "Davanti all'uso della pistola per sedare una rissa non si può non parlare di avventatezza. Dissi che mi assumevo la responsabilità di questa morte e lo confermo oggi. [...]".
Quando Gabriele Sandri fu assassinato non era in corso nessuna rissa: il ragazzo fu freddato mentre era seduto a bordo di un'auto. Lo stesso capo della Polizia, Antonio Manganelli, dopo l'omicidio parlò di "imperdonabile leggerezza" (abbiamo il video). Un omicidio volontario (ci sono i testimoni) è molto di più di una "avventatezza" e di una "leggerezza".
Il capo della Polizia si assume la responsabilità di questa morte. Vuol dire che si farà lui almeno 20 anni di reclusione al posto dell'omicida? No, la responsabilità penale è personale. Sono solo belle parole per i media. Ma se Antonio Manganelli è (per sua stessa ammissione) indirettamente responsabile dell'omicidio di Gabriele Sandri, perché è sempre lì a fare il capo della Polizia? Perché non si dimette? Perché nessuno non gliene chiede conto? Forse perché quelli della repressione dura per gli altri sono molto indulgenti con sé stessi, con i loro colleghi e con i loro amici. Tant'è che l'agente Luigi Spaccarotella non solo non è stato arrestato (come se non ci fossero rischi a lasciare in libertà gli omicidi), continua addirittura a lavorare e ad essere pagato dallo Stato.
Vergogna.