Avanti con la legge ruba-stadi
05 - 03 - 2010
Il Parlamento prosegue sulla strada per regalare gli stadi italiani (patrimonio pubblico) ai privati, affinché possano trasformarli da aree verdi e sportive, di interesse sociale, in aree di spesa e consumo. Lo ha confermato pochi giorni fa, uscendo dalla Lega Calcio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Rocco Crimi.
«La legge è stata approvata al Senato prima di Natale, ora è alla Camera per i giusti ed opportuni cambiamenti in attesa di essere deliberata, e ritengo che avrà una via privilegiata.» Ha dichiarato Crimi.
Sono tante le vere emergenze del nostro Paese, ma la politica le ignora. Così, mentre le città distrutte dal terremoto non vengono ricostruite, e valanghe di fango si portano via interi paesi, il Parlamento opera per regalare proprietà pubbliche agli industriali del pallone, elargendogli pure finanziamenti pubblici, per costruire qualsiasi tipo di struttura, commerciale e residenziale, con la scusa dello sport.
Mentre tanti italiani perdono il posto di lavoro, e lo stipendio, il Parlamento opera per aumentare gli introiti degli industriali del calcio, regalandogli i nostri soldi e i nostri stadi.
Secondo Crimi i club italiani devono fare cassa puntando sul «prezzo dei biglietti e sul merchandising». Parole che sembrano indicare chiaramente una via: quella dell'aumento del prezzo dei biglietti. Gli stadi privatizzati saranno perciò meno popolari, meno accessibili, e più esclusivi.
Chi dice di rappresentare la gente, non può finanziare opere contrarie all'interesse pubblico, aventi carattere anti-sociale e anti-popolare.