Delitto Raciti. Speziale libero
22 - 12 - 2009
E' tornato in libertà Antonio Speziale, uno dei due indagati per l'omicidio di Filippo Raciti (l'altro è Daniele Micale, 21 anni all'epoca dei fatti). L'ispettore capo di Polizia fu ucciso il 2 febbraio 2007 durante il derby Catania-Palermo. Speziale - in attesa di giudizio per l'omicidio del poliziotto - era ai domiciliari per una condanna a due anni di reclusione, inflittagli dal Tribunale per i minorenni di Catania, per "resistenza a pubblico ufficiale".
Secondo l'accusa Speziale e Micale avrebbero ucciso Raciti con un sottolavello in lamiera, che gli avrebbero scagliato contro. Un'ipotesi che i Ris di Parma rigettarono abbastanza categoricamente. Da l'Espresso del 31 maggio 2007: "[...] i carabinieri scientifici più famosi d'Italia hanno sostanzialmente escluso questa ipotesi: non c'è nessun elemento che la confermi. Hanno persino colpito per 14 volte un manichino con un oggetto identico, ottenendo lo stesso risultato: se fosse stato un uomo, sarebbe rimasto vivo. Le analisi degli specialisti guidati dal colonnello Luciano Garofano, incrinano le certezze granitiche della Procura dei minori di Catania. E fanno strada a nuovi indizi, tali da rilanciare l'ipotesi di un impatto mortale con la jeep Discovery della polizia. Una tesi che il consulente della difesa, Carlo Torre, il perito di Cogne, mette nero su bianco: "Il complesso lesivo si adatta benissimo ad un trauma di tipo automobilistico."
La perizia dei Ris dei Carabinieri non fu molto apprezzata dall'accusa e immaginiamo nemmeno dalla Polizia. Più di recente è stata così fatta una nuova perizia, che afferma l'esatto contrario.
Nel dubbio, senza prove e senza testimoni, Speziale (minorenne all'epoca dei fatti) è finito in carcere per alcuni mesi, si è anche fatto due anni per resistenza a pubblico ufficiale, e si è beccato un bel Daspo (divieto d'accesso alle manifestazioni sportive) per 5 anni. Per fare un parallelo: l'assassino di Gabriele Sandri (un agente) non è mai andato in galera, e ha continuato a lavorare in polizia, nonostante tutte le testimonianze lo inchiodassero alle sue responsabilità.
La verità sull'omicidio Raciti rimane sconosciuta. Nel dubbio il Parlamento italiano colpì ultras e tifosi nel mucchio, varando il decreto Amato, e lasciando che le forze di polizia (mediante l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive) varassero le norme anti-tifo. Leggi e norme tutt'ora in vigore, liberticide e anticostituzionali. Che tanti ipocriti giustificarono, rendendosene complici.