Vivere ultras
17 - 10 - 2008
Bulgaria-Italia è stata l'ennesima occasione di disinformazione tesa a sputtanare il mondo delle Curve e la figura degli ultras in generale. Dopo il famoso treno che ha portato i napoletani a Roma, ci risiamo, anche questa volta qualcuno vuole creare un caso dal niente, associando immediatamente un paio di comportamenti politicamente scorretti all'immagine degli ultras, senza nemmeno preoccuparsi se gli italiani a Sofia, in netta minoranza, erano gli aggressori o gli aggrediti. E' bastata un immagine con un paio di bandiere "politiche" (tralasciamo pure il fatto che erano nella Curva bulgara e non in quella italiana) per accusare ancora una volta le Curve d'essere covi d'estremisti violenti comandate dai partiti, per giustificare ancora di più le politiche repressive anticostituzionali, per scomodare addirittura il ministro degli Interni che ha promesso diffide internazionali per tutti i 144 tifosi presenti (sicuri che erano tutti ultras?). Punizioni e provvedimenti immediati, senza nemmeno sapere quello che è successo, per dare subito risposte all'opinione pubblica.
Ancora una volta le Curve sono nell'occhio del ciclone, prese di mira dalle campagne mediatiche e repressive, ma nonostante tutto, nonostante l'aumento delle diffide, delle denunce e degli arresti (spesso ingiustificati), ancora una volta gli ultras sono tutti al loro posto, nelle loro Curve, riuniti nei loro ritrovi infrasettimanali, indisponibili a mollare, ma determinati a resistere per continuare a portare avanti uno stile di vita che al giorno d'oggi ha ancora dei valori. E uno di questi valori è l'amicizia, non solo tra gli appartenenti al Gruppo, ma un amicizia che va oltre ai colori e le rivalità sportive. Ad esempio con i gemellaggi. Parliamo di un'amicizia nata tra due Gruppi ultras di diverse città, volutamente trasmessa alle nuove generazioni.
Con la tifoseria empolese la parola gemellaggio ha un senso profondo. E' nato nel lontano 1984 e resiste nel tempo, seppur molte Curve si stanno frammentando e molti gemellaggi sono solo un ricordo.
Sabato le nostre bandiere si mescoleranno, i nostri cori si uniranno, ma faranno meno clamore di quelli di Sofia. Una giornata d'amicizia tra ultras non fa notizia, è triste dirlo, ma al nostro Paese non interessa. Forse almeno domani non verremo strumentalizzati o accusati di chissà quale reato. Una giornata così servirà invece a noi, ai BOYS, ai Desperados, ai Rangers, a tutta la Curva Nord che vivrà l'atmosfera del gemellaggio, a dare nuova linfa alle nostre convinzioni, a trovare nuovi stimoli in quello che facciamo, ad essere ancora più orgogliosi d'essere ultras, ad avvicinare ancora di più i ragazzi della Nord al nostro Gruppo. Darà un lampo di colore alle grigie giornate di chi la partita la passa firmando per ben due volte in questura.
L'amicizia con gli empolesi è nata al Tardini in un Parma-Empoli del girone d'andata della serie B 84/85. Nel secondo tempo calò una nebbia impressionante che rese impossibile dalla Nord vedere le azioni dei crociati nella metà campo opposta, così un buon numero di ultras si spostò in Curva Sud e lì conobbe gli ultras azzurri. Il gemellaggio fu poi rinsaldato nella partita di ritorno e nella doppia sfida dell'88/89. Con i ricambi generazionali per un po' di tempo si persero i contatti, poi ripresi nel '93, ripartendo praticamente da zero, grazie alla caparbietà e all'amicizia di pochi ragazzi d'ambo le parti. Con il passare degli anni, tra qualche difficoltà, il rapporto ha preso piede sempre più, allargandosi a tutte e due le tifoserie.
Ci sono ragazzi dei Boys e dei Desperados che si conoscono e si frequentano ormai da 15 anni. Un lungo periodo ricco d'episodi belli e divertenti che ci riempiono d'orgoglio, ma la cosa che più ci preme è ricordare tutti insieme quei ragazzi che hanno reso grande il nostro gemellaggio e che oggi purtroppo non ci sono più: il TINO, EMILIANO, il BAGNA, il BADIO, il loro ricordo è per le due tifoserie un altro motivo di fortissimo legame. Onorare la loro memoria ci da nuovi stimoli, nuovi motivi per non abbassare la testa e per continuare ad essere orgogliosi di essere ULTRAS.
VIVERE ULTRAS PER VIVERE