Fuori la voce!!!
28 - 10 - 2009
Analizzando il nostro tifo casalingo purtroppo abbiamo notato alcune lacune a cui dobbiamo sopperire, sia come Gruppo che come Curva Nord. Non tutte le partite sono uguali, non tutte danno gli stessi stimoli, non in tutte entriamo in Nord con la stessa carica. Parma Bari è una di queste, in altre cantare viene spontaneo, così come viene più naturale farlo in trasferta. In trasferta c'è più carica, più entusiasmo, c'è un'atmosfera diversa. Si ha voglia di farsi sentire, dalla squadra e dai tifosi di casa: si ha voglia di divertirsi, di essere i soli che rappresentano la propria città. In Nord perdiamo molto sotto questi punti di vista. Ecco, l'atteggiamento da tenere al Tardini è lo stesso di quello che teniamo nei settori ospiti dove andiamo, dobbiamo solo riportarlo sui gradoni che conosciamo come le nostre tasche. A nostro avviso il primo passo da fare per migliorarsi è quello di mettersi vicini come si fa in trasferta. La gente che canta 90 minuti più recupero non è che al Tardini non viene; le solite facce non mancano mai, solo che ognuno è "affezionato" al suo posto, alla sua zona, ed alla fine risultiamo troppo lunghi, sparsi. Deve diventare una questione d'abitudine: così come chi non ha voglia di tifare è meglio che non si metta davanti al palchetto, al contrario, chi vuole cantare è meglio che si metta in mezzo. Non che uno, anche se in un altro posto canti di meno, ma se si riesce a far "cioppo", a far partire i cori insieme, compatti, e a tenerli su, si aiuta chi fa cantare e si innesca un effetto domino, coinvolgendo chi ci sta attorno. Una volta questo nostro limite veniva coperto grazie all'uso dell'impianto e/o megafono, che permetteva di coinvolgere e coordinare i cori. Ora, anche mettendo qualche persona ai lati sulle ringhiere, con la sola voce non si riesce. Spesso quando arriva il coro ai lati della curva, in mezzo è già finito, e viceversa. L'ultima in casa, contro il Siena, ci abbiamo provato noi del Gruppo e piccoli vantaggi si sono notati: cori partiti più potenti, tenuti su più a lungo e ripresi poi dalla Curva. Piccole cose, basilari, ma non assolutamente un punto di arrivo, ma un livello minimo dal quale continuare a crescere. L'obiettivo è quello di creare uno zoccolo duro al centro, per poter staccare alcune persone da mettere ai lati. Ovviamente non è un'imposizione, è un consiglio rivolto a chi viene di solito in trasferta, a chi canta per davvero, a chi sale sui nostri pullman soprattutto, a chi vuole veramente dare un contributo personale alla riuscita del nostro tifo, a chi si vuole differenziare dai soliti tifosi troppo zitti ed esigenti che a Parma bene conosciamo. E' anche un modo per dare un maggior senso di compattezza, visti dall'esterno! Soprattutto in un momento nel quale le stanno provando tutte per disgregare le Curve, usando per esempio la Tessera del Tifoso, dare un segno di unità, di compattezza, è dare un segnale forte, è andare controcorrente. Altra cosa, semplice, che può favorire il tifo in Nord è quella di coinvolgere chi ci sta intorno. Non bisogna essere dei singoli che cantano, dobbiamo essere tutt'uno: una Curva appunto. Non siate timidi, giratevi, fate tirar su le mani, invitate il vostro vicino a cantare (se non lo sta facendo): siate tifosi, non spettatori!
RAGAZZI BUTTATEVI IN MEZZO E URLATE AL MONDO IL VOSTRO AMORE PER IL PARMA CALCIO