Sla, colpito un altro calciatore: Agatino Russo
21 - 10 - 2008
Un altro caso di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) denunciato nel mondo del calcio. Agatino Russo, 58 anni, ex giocatore della Ternana ha chiesto aiuto a Radio Vaticana, dichiarando d'essere stato colpito dalla terribile malattia.
Di seguito pubblichiamo alcune sue dichiarazioni rilasciate all'emittente radiofonica del Vaticano.
"Ho scoperto la malattia un anno fa. E in un primo momento mi sembrava impossibile. Purtroppo dopo tutte le visite e gli esami diagnostici, mi è stato dato questo verdetto, Sclerosi Laterale Amiotrofica, che non ho ancora accolto molto bene. Sto vivendo due drammi: uno esistenziale perché ho interrotto il lavoro, non ho raggiunto i limiti di età pensionabile con tutte le problematiche quotidiane di portare avanti una famiglia di sei persone, di cui 4 figli, con le bollette, l'affitto da pagare e da mangiare. In più il dramma di questa malattia che, purtroppo, ad oggi, non lascia scampo. Sono stato sfrattato perché da quando mi sento male non ho posso pagare l'affitto. Tutti i miei risparmi di una vita sono andati per le cure e veramente non so più dove rivolgermi per essere aiutato. Mi ha fatto molto piacere vedere l'immagine di Borgonovo allo stadio di Firenze, che lotta anche per me, per la malattia che porto. Con la differenza sostanziale, però, che io sto vivendo dei momenti terribili sia per la malattia, sia per affrontare la vita quotidiana. Sto lottando disperatamente perché questo mondo - che prima mi sembrava una cosa normale - ora lo vedo come una cosa che non posso lasciare. Tanto più che non posso lasciare i miei figli e mia moglie. Per cui farà il possibile per sconfiggere la malattia, anche se mi rendo conto che è una cosa molto difficile, se non impossibile".
"Devo ringraziare le mie due ex squadre, la Ternana e la Narnese. Gli amici più stretti mi sono stati vicino, ma non ho risolto il problema soprattutto economico. Nel periodo in cui militavo nelle giovanili della Ternana, dove giocava anche Longobucco poi passato alla Juventus, c'erano anche quattro compagni oggi deceduti, tutti in giovane età, non per la Sla ma per tumori al fegato, ai reni, al pancreas. Facevano parte del gruppo in cui ci allenavamo. Quando andavamo in ritiro con la prima squadra, a fine allenamento, ci davano delle bocce. Sapevo che erano integratori, anti faticanti e alcune volte delle pillole per superare lo sforzo. Non ricordo di aver preso altre cose. Mi faccio portavoce tramite la Radio Vaticana per aiutare la ricerca medica a trovare una soluzione, per sapere da cosa dipende la Sla e trovare una possibile cura".